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La Storia

PAESANA, centro della Valle Po

Arte e religiosità popolare
Dell’antica Paesana non rimane molto, soprattutto dopo le distruzioni della 2° Guerra Mondiale.
Arrivando dalla bassa valle, si entra in Paesana da borgo Santa Margherita, sulla destra orografica del Po.
La chiesa parrocchiale, fiancheggiata dall’alto campanile romanico in pietra, è un edificio rinnovato in stile barocco. Conserva al suo interno notevoli stucchi del Beltramelli, alcune pregevoli statue in legno dorato. Il coro fu costruito nel 1894-95 su disegno del Gastaldi. Sono pregevoli alcuni dipinti dell’Arnaud, un quadro del Borgna e del Giacone raffigurante il Battesimo di Gesù (1876).
Sulla piazza, accanto alla chiesa, sorge il portico dell’antica giudicatura ove si conserva la pietra della ragione usata per i bandi e i giudicati, fino al XVII secolo, nei pressi della casa detta della Missione, antico convento dei cappuccini istituito nel 1620 allo scopo di combattere e sradicare la dottrina degli Ugonotti. Oggi ospita, più laicamente, la Trattoria del Giardino.
In questa casa furono scoperti cunicoli che, secondo la tradizione, collegavano l’abitato con il castello che sorgeva sopra Erasca.
Attraverso il Po, si entra nel borgo di S. Maria e si raggiunge la piazza Vittorio Veneto, centro del paese, dominata dalla Chiesa parrocchiale di Santa Maria, eretta dal 1767 al 1783, forse su disegno del Gallo, probabilmente nello stesso luogo dove sorgeva una chiesa sin dal XI sec.
Sull’alto della facciata sono state poste due statue marmoree: opere di scultura lombarda del primo ’500, rappresentano il marchese di Saluzzo Ludovico II e un abate.
L’interno è in stile barocco e l’altare maggiore è ispirato a quello della Cattedrale di Saluzzo.
Accanto a piazza Vittorio Veneto si trova la piccola Cappella di San Chiaffredo, preceduta da un caratteristico portico, ultima tappa dei pellegrini verso il Santuario omonimo di Crissolo.

Le persecuzioni contro i Valdesi
Feudo dei Marchesi di Saluzzo, fu contesa più volte dai Savoia, che la ottennero definitivamente nel 1601, con l’annessione sancita dal Trattato di Lione.
Il castello, che si ergeva imponente sopra la frazione Erasca e del quale sopravvive solo qualche fondamenta, fu distrutto dai Francesi nel 1585.
Nel Cinquecento divenne un importante centro di diffusione delle idee della Riforma qui portate dai nuclei Valdesi giunti dalle vicine valli del Pellice e del Chisone. I nomi di piccole frazioni come Bioletto, Bietonetto, Croesio e Pratoguglielmo riempiono le cronache di quei tempi, e le stesse furono oggetto di persecuzioni volute dalla marchesa di Saluzzo, Margherita di Foix, negli anni 1510-13.
Paesana subì gravissime distruzioni da parte dei nazisti, ed in particolare, tra la gente, è ancora vivo il ricordo dell’incendio del 1° agosto 1944.

La confraternita di Santa Maria
La chiesa di S. MariaGli affreschi presenti all’esterno e all’interno sono opera del pittore Borgna, che qui ha lasciato il segno della sua maestria. Sulla volta centrale della chiesa è dipinta l’Ascensione.
A destra della Confraternita si trova il Palazzo Comunale.
Il territorio circostante merita particolare attenzione per l’architettura delle ancora in gran parte, conservate nei suoi caratteri alpini di media valle.

  Il Santuario di Madonna d’Oriente
Risalendo il vallone del Croesio, lungo il confine con Sanfront, si incontra la Cappella della Madonna d’Oriente. La chiesa, già citata in documenti del 1386, si presenta come un edificio nello stile tardo-settecentesco dedicato all’Annunziata.
Il nome è dato dall’abside rivolto ad oriente; qui facevano sosta i numerosi pellegrini della pianura diretti alla Madonna di Becetto.
La tradizione vuole che la chiesa sia sorta in riconoscenza alla Vergine per aver salvato un bambino, qui travolto dallo straripamento del Croesio.

La preistoria al Bricco di Lombatera
La testimonianza dell’antica presenza dell’uomo nel luogo è costituita da un consistente gruppo di incisioni rupestri concentrate sul Bric Lombatera, nella zona di Pian Munè, a 1384 metri di quota.
Le incisioni, scoperte alcuni anni fa da uno studioso saluzzese, sono del tipo a coppelle su pietre di diversa dimensione.
La disposizione dei massi, lungo tre cerchi concentrici attorno ad uno centrale, si ricollega tipologicamente allo schema di un antico luogo di culto.